Cosa è la modalità di consenso per Google, ovvero Consent Mode v2, e come funziona? Quali sono le cause? Quali conseguenze? Quali gli effetti desiderati? Come affrontarla?
Cosa è la modalità di consenso per Google, ovvero Consent Mode v2, e come funziona?
Quali sono le cause?
Cerchiamo di capire cosa sia il consent mode in modo un po’ più tecnico:
il tutto è nato dalla necessità di tutelare gli utenti dal non dover necessariamente accettare tutti i cookie, di conseguenza evitandogli il remarketing ed tracciare il loro comportamento sul sito fino al momento dell’acquisto/lead.
Qualora l’utente entrasse sul sito e rifiutasse tutti i cookie, non c’è modo di averne le statistiche su Google Analytics. Qualora l’utente accetti solo una parte dei cookie, ne potremo vedere il comportamento sul sito, senza però avere tutti i suoi dati (ad esempio età, sesso e localizzazione geografica). Il problema non si pone se l’utente accetta tutti i cookie, in quel caso avremo un tracciamento completo e molto utile alla nostra strategia digitale.
Qui si può trovare il link ad un articolo che spiega molto bene come è costruito, tecnicamente, l’attuale consent mode, sui uno dei programmi maggiormente utilizzati, ovvero Iubenda.
Quali conseguenze?
Quali gli effetti desiderati?
Cosa fanno effettivamente questi 2 nuovi parametri? Al fine di rispettare la normativa europea che scatterà a fine marzo, obbligatoria ovunque in Europa, ovvero la direttiva ePrivacy e il DMA, sono stati introdotti due nuovi parametri, citati in precedenza, il cui obiettivo è l’ulteriore profilazione del cliente e del suo comportamento sul sito web. Questi hanno dato vita alla tecnicità del consent mode v2.
La sostanza è la seguente: volendo tutelare di più l’utente e sua navigazione, se l’utente non accetta i cookie, o quantomeno in parte, di fatto non dà il consenso alla loro conservazione e analisi, quindi non può far parte delle statistiche di un sito. Ciò porta a vedere meno utenti di quelli che effettivamente navigano, comportando uno sfasamento di strategia. Ipotizzando, infatti, che su 10 utenti, 7 diano il consenso, 3 no, non vedremo più le statistiche di quei 3 utenti, il che significa discrepanza di analisi dati del 30%, che è un dato significativo, sopratutto sulle pubblicità online.
L’immagine sottostante, presa dalla presentazione di Tag Manager Italia del 21 dicembre, spiega in modo semplice ed esaustivo cosa è meglio evitare, quindi perchè installare il consent mode v2.
E’ quindi comprensibile che, implementare questa nuova modalità di consenso, il cosiddeto consent mode v2, migliora l’efficacia dei modelli comportamentali e di conversione per gli utenti che hanno rifiutato il consenso.
Come affrontarla?
Partiamo dal punto di dover controllare il proprio consent mode: è importante, intanto, verificare che, via Google Tag Manager, o via codice, ci siano i seguenti parametri:
gtag('consent', 'default', {
'ad_storage': 'denied',
'ad_user_data': 'denied',
'ad_personalization': 'denied',
'analytics_storage': 'denied'
});
Ciò significa che l’utente rifiuta ogni tipo di consenso ai cookie.
Quando gli utenti specificano il consenso o modificano la loro scelta, aggiorna lo stato del consenso utilizzando il comando update
. Poiché la modalità di consenso non salva le scelte relative al consenso, aggiorna lo stato del consenso non appena un utente interagisce con la tua soluzione di gestione del consenso.
Il seguente esempio di codice mostra come aggiornare lo stato del consenso a granted
quando l’utente accetta di consentire i cookie per la pubblicità:
<script>
function consentGrantedAdStorage() {
gtag('consent', 'update', {
'ad_storage': 'granted'
});
}
</script>
<!-- Invoke your consent function when a user interacts with your banner -->
<body>
...
<button onclick="consentGrantedAdStorage()">Yes</button>
...
</body>
Quindi, come ben spiega la guida di google dedicata ai developers, è importante lavorare su ogni parametro ed il suo evento di riferimento, al fine di avere tutti i tracciamenti delle variabili (per lo più personalizzate) sotto controllo, ed autonome, in quanto la scelta dei cookie da accettare è progressiva (da nessuno a tutti passando per step intermedi).
Gli utenti che utilizzano la nuova modalità di consenso, ovvero il consent mode v2, devono inviare due nuovi parametri oltre a ad_storage
e analytics_storage
, che sono i seguenti, per semplicità inclusi in una tabella:
Nome campo | Valori consentiti | Descrizione |
---|---|---|
ad_ | 'granted' | | Imposta il consenso per l’invio a Google di dati utente relativi alla pubblicità. |
ad_ | 'granted' | | Imposta il consenso per la pubblicità personalizzata. |
Ecco perché è assolutamente importante organizzarsi per tempo, ad adattare l’attuale tracciamento al nuovo consent mode v2, in modo da preservare la propria digital strategy in digital marketing su google ads
Hai ancora problemi nel tracciamento del consent mode v2? Hai bisogno di un audit o di una implementazione nuova? Contattami al form nel footer, io e il mio team siamo a disposizione.
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